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Arti Marziali vs Sport da Combattimento vs Difesa Personale.

2022-12-29 12:13

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Difesa Personale,

Studiare una disciplina di arti marziali, sport da combattimento o tecniche di difesa personale che sia, può essere utile nella gestione della rabbia e nel trovare una strategia immediata per evitare uno scontro. Lo studio di una disciplina Marziale può direttamente migliorare la salute mentale, favorisce l'integrazione corpo-mente, il rilassamento, l'attenzione, la comunicazione e persino l'accettazione di sé, in pratica un miglioramento psico-fisico a 360°. è bene però specificare che, esistono tre macro aree simili ma diverse nell’approccio, ad esempio:



 Gli sport da combattimento, hanno come focus principale la competizione e il confronto fisico, su questi due punti si basa tutto l’allenamento per ogni singola lezione. Va detto anche che, praticare uno sport da combattimento oltre al focus principale ha in se anche una buona componete di tecniche utili alla difesa personale.



 Le Arti Marziali, hanno come focus il miglioramento personale, la crescita psicologica e il rafforzamento dell’autostima e la volontà di un miglioramento dell’autocontrollo. Anche un aspetto competitivo ma che non è il fulcro principale dell’allenamento. Considerando che alcune discipline hanno una forte componente competitiva, considerato tornei come le Olimpiadi ad esempio, non rientrano negli sport da contatto né nel concetto di autodifesa, alcune piccole eccezioni a parte.



 La Difesa Personale, ben diversa dalle precedenti, anche se attinge in tecniche e concetti dalle prime due, ha una componente unica ed un unico focus, la Difesa Personale. Il confronto fisico e le competizioni non sono necessarie anzi, potrebbero a volte alterare il senso dell’allenamento e lo scopo ultimo della tecnica. Gli allenamenti dovrebbero essere incentrati sull’apprendimento di movimenti singoli e colpi precisi e rapidi, poiché uno dei suo principi è la risoluzione di uno scontro (in termini di scontro fisico) nel minor tempo possibile e riportando meno danni possibili. C’è da precisare anche che, la difesa personale a differenza degli altri due settori, brevemente descritti sopra, ha come obiettivo l’allenamento mirato al miglioramento di attitudini mentali, (parlando di linguaggio del corpo, comunicazione non verbale, prossemica ecc.), perché l’unico vero modo di vincere un combattimento è non cominciarlo.



Quando si parla di difesa personale è errato non mettere in evidenza la realtà dei fatti, considerando che quando si arriva al contatto fisico è assurdo pensare che ne usciremo indenni. Per questo un buon metodo di difesa personale deve avere un allenamento adeguato ad insegnare sia l’aspetto fisico che quello psicologico di un combattimento. Solo se tutte le strategie preventive falliscono, solo se non si ha più altra scelta, solo se in gioco c’è la tua vita o quella di un tuo caro, allora non ci si deve risparmiare e accettare il combattimento. In quel caso, non esistono colpi fissi, non esistono schemi preimpostati, ogni colpo deve essere preciso, veloce, efficace, la tua difesa non deve mai essere passiva, non ci devono essere momenti vuoti tra un la difesa e l’attacco, tutto deve fluire in un unica grande esplosione di energia. Il tuo obiettivo è distruggere l’aggressore con il minor sforzo possibile, con il maggior danno possibile, nel minor tempo possibile e subendo meno danni possibili.



Studiare una disciplina di combattimento, sport o arte marziale che sia, non vuol dire essere dei “super eroi” capaci di spazzare via orde di nemici con un sol colpo, vuol dire essere consapevoli delle proprie capacità e di avere ben chiaro in mente ciò che accade quando si arriva allo scontro fisico.



Negli Sport da Combattimento e nelle Arti Marziali “sportive” (che prevedono competizioni), la consapevolezza che il nostro avversario potrebbe essere preparato quanto noi, se non di più, è ovvia, poiché in un combattimento da ring o sul tatami i due atleti si affrontano con lo stesso scopo, vincere il combattimento. Entrambi si sono preparati per mesi, hanno anche studiato il proprio avversario, metteranno la stessa foga agonistica con la stessa rassicurante consapevolezza, che c’è un arbitro, ci sono delle regole e non è in gioco la vita di nessuno.



La retorica vuole che si precisi che “la strada non è ring e nemmeno un tatami”.



Questa “solfa” la conosciamo tutti e tutti ne siamo consapevoli ma, nel momento di vendere un corso di “autodifesa” ce ne dimentichiamo. Troppi fanno businness propinando corsi di Arti Marziali per difesa personale, ho visto scuole di sport da combattimento che, accanto al nome della disciplina aggiungono la dicitura “Self Defense” o “Autodifesa”.



Purtroppo poi, partecipando a questi corsi ci si accorge che, dove c’era scritto Karate e Difesa Personale alla fine è solo Karate, dove c’era scritto Kick Boxing e Difesa Personale alla fine è solo Kick Boxing e così via.



Questa mia riflessione non vuole essere una critica verso le A.M. o gli Sport da C. e nemmeno una visione negativa del Karate o della Kick o di altre discipline. Semplicemente bisogna chiamare le cose con il proprio nome, avere l'onestà e l'umiltà di dire le cose come stanno, trasparenza e sincerità. La critica è diretta a questi docenti, istruttori, maestri che pur di far crescere i propri corsi puntano alla quantità invece della qualità. concludo dicendo che, la situazione è molto semplicemente, le Arti Marziali, gli Sport da Combattimento e la Difesa Personale non sono la stessa cosa.




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